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le origini

Sco​pri la storia dell'antico Fopponino di Milano

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Con il popolare appellativo di “Fopponino di Porta Vercellina” si suole ancora oggi indicare sia l’antico sito cimiteriale situato extra moenia, cioè al di fuori delle mura spagnole di Milano nel quartiere di Porta Vercellina, sia la chiesa che sorge nella stessa area, dedicata ai santi Giovanni Battista e Carlo Borromeo, come è segnalato dalle due statue che ornano il portale del sagrato che si affaccia su piazza Aquileia: Giovanni Battista sul pilastro di sinistra e Carlo Borromeo su quello di destra. Fopponino è il diminutivo del termine milanese “foppa”, (dall’italiano fossa o buca e per estensione sepoltura) infatti la sepoltura dei defunti, fino alla fine del ‘700 avveniva in fosse comuni che, in base alle dimensioni, venivano popolarmente definite “fopponini”, “foppe” o “fopponi”.

La chiesa è disposta sull’asse nord-ovest / sud-est. Il portale d’accesso alla chiesa è caratterizzato da una cornice interna e da basette in pietra tipo granito rosa di Baveno. A lato del portale vi sono due mezze colonne addossate al muro, che incorniciano l’ingresso perimetrale; sono realizzate in pietra arenaria, ornate con motivi funebri e sormontate da una cornice in aggetto sulla quale si trova un ovale contenente una scultura che raffigura san Carlo che parla agli appestati. L’ovale infine è sormontato da una finestra contornata da una bella cornice barocca. La prima data attendibile della fondazione è il 1663: in quell’anno infatti la primitiva costruzione, di modeste dimensioni, forse poco più grande di una cappella, doveva essere già terminata ed addirittura funzionante, difatti nello stesso anno si ha notizia che fu benedetta da un certo Don Macario, prete della basilica di s. Ambrogio e prefetto di Porta Vercellina. Non appena conclusa la fase d’impianto, si diede inizio ad una campagna di ampliamenti che dal 1662 si conclusero nel 1673, undici anni attraverso i quali la chiesa acquista la sua attuale fisionomia passando attraverso vari accorpamenti:

  • L’ampliamento longitudinale con la realizzazione di un presbiterio più ampio coperto da una volta a vela e sormontato da una copertura a capanna, la quale risulta più bassa rispetto alla porzione originaria voltata a botte (1663 - 1664);

  • La realizzazione della “Canonica della Confraternita” della buona morte, fondata dal Cardinale Alfonso Litta, arcivescovo di Milano (1664), potrebbe aver inglobato nella sua costruzione la realizzazione del basamento del campanile e la cappella di sinistra della Beata Vergine (1664 - 1666);

  • Nel 1666 Don Carlo Ghioldo, canonico della Basilica di san Nazaro, con delega arcivescovile, benedice l’altare maggiore ormai terminato;

  • Nel 1673 la chiesa poteva considerarsi compiuta in ogni sua parte poiché, oltre all’altare maggiore, risultavano completate anche le due cappelle laterali, quella di sinistra, dedicata alla “Beata Vergine” e quella di destra, dedicata al “Santissimo Crocifisso”. Risultò finito anche il piccolo campanile a pianta rettangolare, dotato di due campane, e la nuova sacrestia;

  • Nel 1722 l’altare maggiore fu spostato in avanti ed in quell’occasione il presbiterio venne delimitato mediante la realizzazione di una balaustra lapidea munita di cancelletto in ferro;

  • Nel 1736 venne eretto l’altare nella cappella della Beata Vergine, che era stata costituita 60 anni prima.

 

Sono queste le ultime notizie che riguardano il Fopponino inteso come chiesa e costruzioni accessorie. Nel 1895, con la soppressione del cimitero, ha inizio un periodo di lenta ma inarrestabile decadenza.

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