Preghiera comunitaria - 3° incontro anno pastorale 2025-2026
- Fopponino Milano
- 1 giorno fa
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Qui puoi trovare il testo della preghiera del terzo incontro di preghiera comunitaria mensile di quest'anno.
Ti aspettiamo martedì 9 dicembre 2025, alle 19, nella cripta della chiesa sotto l’altare maggiore
Parrocchia S. Francesco d’Assisi al Fopponino
in preghiera
Sia Fatta la Tua Volontà

“Ave Maria (La preghiera della sera)”, 1898. – Eugenio Prati -
Caldonazzo, collezione privata.
“Voi siete il sale”
Martedì 9 Dicembre 2025, ore 19
ENTRIAMO IN PREGHIERA
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo
(facciamo un segno della croce ampio, che prenda il nostro corpo come un abbraccio )
Nel nostro percorso sul silenzio che ci apre alla preghiera, siamo accompagnati questa sera da Eugenio Prati, versatile e prolifico pittore trentino nella metà dell’ 800. Col suo realismo schietto, ci mostra questa sera una donna in preghiera.
La vediamo in silenzio, in un posto ombroso e fresco, che sa di raccoglimento, ma anche di comunione e di appartenenza a tutto il creato e alle creature; c’è sicuramente un silenzio che è riuscita a creare intorno a sé, allontanandosi un poco dalle altre persone, ma non c’è esclusione.
C’è un silenzio dentro di lei, che intuiamo nella sua assoluta concentrazione nella preghiera.
È una giovane donna aperta al creato, in disparte ma presente, in silenzio.
Mani giunte, palmo contro palmo, in ascolto del tepore della pelle e l’energia che corre nel suo corpo, la testa un poco reclinata, come a volersi concentrare ancora di più nella sua preghiera. Seduta, tranquilla.
Se nei nostri due mesi di esercizi per fare silenzio fuori e dentro di noi siamo riusciti a gustare qualche volta, per qualche istante, un vero silenzio, ci saremo accorti che il nostro corpo prende voce. Non è più il pensiero che parla, ma il nostro corpo, che vuole esprimere il sentimento che ci portiamo dentro in quel momento. La posizione che assume (o vorrebbe assumere) parla con il linguaggio del divino che ci abita.
Il cardinal Martini, grande maestro di preghiera, nelle sue “istruzioni” date durante la conduzione di alcuni esercizi, ci insegna molto sulla importanza di ascoltare il nostro corpo per poter davvero entrare nel “silenzio di Dio”, in relazione con Lui. Dio ci parla attraverso il nostro corpo, Dio ci ha dato un corpo, Dio si è in-carnato. E allora impariamo ad ascoltarlo e lasciarlo esprimere il nostro corpo.
Ci insegna il Cardinal Martini: “Quando andiamo a pregare dobbiamo innanzitutto domandarci “cosa cerco, cosa voglio”. Dobbiamo ascoltare il desiderio che lo Spirito Santo ci suscita in quel momento. Il Signore ci vuole con il nostro desiderio. Di quel momento, di questo momento. E quindi ecco l’importanza di entrare nella preghiera, con molta attenzione, con molta cura, con molta circospezione, in quanto dobbiamo sforzarci di trovare il nostro stato di preghiera.
Che cos’è lo stato di preghiera?
Io cerco di definirlo così, in maniera empirica, non in maniera teologica o psicologica. Lo stato di preghiera è prima di tutto una posizione del corpo…. Se io lascio sciogliere il mio corpo, sentirò che gradualmente assumerà la posizione che corrisponde al mio stato. Sarà la posizione del supplicante, la posizione di colui che loda, di colui che adora con la faccia a terra, di colui che ascolta o di chi riflette seduto …
Questa posizione, quando noi ci lasciamo sciogliere, si assume quasi istintivamente, ed ecco che lo Spirito viene in noi e cerca una via di uscita. Cercare e scegliere la posizione adatta in quel particolare momento è una vera obbedienza allo Spirito.”
Se anche qui, stasera, non ci sentiamo di cambiare posizione, proviamo a cominciare a farlo nella nostra preghiera personale, in solitudine. Proviamo, con esercizio, con lo stesso esercizio e la volontà che abbiamo messo nel fare silenzio “fuori” e “dentro” di noi, ad ascoltare il nostro corpo, Dono di Dio, Tempio di Dio, e a lasciare spazio perché possa esprimersi e fare emergere lo Spirito in noi.
Questo esercizio, nel tempo, con allenamento, ci porterà ad essere sempre più in obbediente ascolto dello Spirito che ci abita.
Di fronte al Signore, ora, e invocando lo Spirito Santo preghiamo:
“Spirito di Dio, tu che solo conosci il mio cuore: prega per me come il Padre vuole. Spirito Santo, aiutami a sentire il mio desiderio, lascia che il mio corpo me lo suggerisca. Spirito Santo vieni in aiuto alla mia debolezza, alla mia rigidità, alla mia inutile sicurezza e insegnami a pregare. Ti offro Signore il mio corpo, docile nel silenzio. Perché Tu possa suggerirmi la Verità di me stesso. Amen.
Facciamo silenzio dentro di noi e lasciamo che lo Spirito ci abiti
Prima di entrare nel testo biblico chiediamo la grazia per questa preghiera
· Spirito Santo aiutami a essere me stesso, vivo, in relazione con i fratelli e il creato, grato dei doni che Dio mi ha donato perché li donassi e capace di accogliere quelli degli altri, in un meraviglioso complemento.
· Spirito Santo, fai di Noi un corpo unico, in azione perché il Bene e il Bello che Tu ci hai dato cresca.
Matteo 5, 13-14a Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo… |
Riflessione
Voi. Ripartiamo dal Voi, che ci ha mostrato il racconto della creazione la volta scorsa. Una vita veramente umana, ad immagine di Dio, come il Signore l’ha immaginata nella creazione dell’umanità, prevede un “voi”. Una relazione. Voi e non tu, non io, ma voi, noi.
In questo periodo di Avvento, in attesa del Natale, della celebrazione di un Dio che si fa uomo, continuiamo a meditare sulla nostra umanità e pregare perché essa si compia veramente a immagine di Dio.
Facciamo oggi un balzo in avanti nelle pagine della Bibbia e nella storia per andare al Vangelo a contemplare l’immagine piena ed incarnata di Dio e per farci plasmare dalle parole di Gesù, Dio – uomo che ci parla anche stasera.
Voi siete il sale.
Se penso al sale, mi vengono alla mente tanti ricordi. Quando ero bambina, con la dermatite, mi portavano al mare per mesi. Bagno nell’acqua salata e niente doccia. Sale sulla pelle ad asciugare. Bruciava ... Ma dopo un paio di settimane ogni crosticina, eritema e ferita era chiusa e fresca e tenera. Guarita.
Mi torna alla memoria l’acqua bollente nella pentola, con sciolto il sale di grosso di mia nonna, su cui stavo con un panno sulla testa a respirare a lungo quando avevo il raffreddore e l’otite. Mi torna al palato il sapore del limone confit in Africa, fermentato sotto sale. Una dolcezza profumata, senza più nessun sentore acido, un limone morbido, dolce e pieno di sapore. Una trasformazione sorprendente e bellissima. Mi vengono in mente i missoltini del lago, una scorta preziosa che garantiva cibo per tutto l’anno. Piccoli pesci simili a sardine, pescati in grandi quantità tra maggio e giugno e lavorati con un metodo tramandato di generazione in generazione per garantirne la conservazione. Ben coperti di sale, e asciugati all’aria, durano un anno intero. Con la polenta hanno sfamato intere famiglie ... e deliziano il palato ancora oggi.
Mi arriva l’immagine dei sentierini che da casa portavano al cancello di entrata. Un po’ in discesa. Quando ghiacciava era il sale che permetteva che il gelo arretrasse, il ghiaccio si sciogliesse e si potesse uscire senza cadere.
Penso e contemplo tutte le volte che uso il sale in cucina per dare il sapore che trasmette il mio amore a chi mangerà. E penso alle volte che sbaglio la dose. Tutto da buttare se di sale se ne mette troppo!
E a voi cosa ricorda il sale? Cosa vi dice questa Parola?
E il versetto dopo continua … “Voi siete luce“.
Un’altra immagina, su cui possiamo meditare, aprire la memoria, lasciare che arrivino le immagini concrete di cosa è stato per noi e guardare alla sua bellezza. E saranno ricordi e immagini differenti per ognuno di noi e per diversi momenti della nostra vita.
Così ci parla Dio …
Ma allora forse al di là di metafore difficili, quello che il Signore ci dice ancora una volta è che per una vita buona deve esserci un Voi, un Noi, dove ognuno, ma tutti insieme, con l’immagine del sale o della luce iscritta dentro di noi da Dio, possiamo traghettare questa vita verso la vita eterna, alla pienezza, con gioia; chi guarendo, chi curando, chi conservando, salvaguardando dalla putrefazione, fermentando fino a trasformare, sciogliendo il gelo, dando sapore, bruciando e distruggendo anche … e tutto quello che questa immagine suggerirà a voi, ad ognuno di noi.
Con misura. Con rispetto.
Insieme in un solo corpo, perché da soli non possiamo tutto e perché oltre a essere sale abbiamo bisogno anche di chi “sali” noi. Voi SIETE sale… È un dato di fatto, non è che dobbiamo diventarlo…. Non servono pratiche ascetiche per esserlo, né doti particolari. Siamo stati creati così.
Diventiamo insipidi solo quando rinneghiamo la nostra umanità vera, fatta come ci ha raccontato Genesi, di corpo e terra, di cielo e Dio e di relazione con i fratelli. Diventiamo insipidi quando rinneghiamo la nostra identità “trinitaria” e relazionale…. Quando in nome di qualche paura o di qualche “aspettativa” ci mascheriamo o ci difendiamo o ci chiudiamo … Allora si, diventiamo insipidi ... Proprio insipidi!
Il sale è. Non fa sforzi per esserlo. È sale perché rispetta ciò che è.
Come il sale siamo ordinari, ma come il sale abbiamo mille possibilità e mille funzioni, quasi in ogni luogo della terra.
Voi SIETE sale, Voi SIETE luce. Signore aiutaci a essere in pienezza ciò che siamo e tu hai creato. Sia fatta la Tua volontà.
Silenzio (facciamo un tempo di silenzio volendo facendoci accompagnare da Erik Satie Trois Gymnopedies - YouTube)
Preghiamo insieme il salmo 133
Ecco com’è bello, com’è dolce
vivere insieme come fratelli.
È come olio prezioso e profumato
versato sul capo di Aronne
che scende profumando la sua barba,
che scende fino al bordo delle vesti.
È come la rugiada dell’Ermon
che scende sui monti di Sion,
là il Signore manda la benedizione,
la vita per sempre.
Ecco com’è bello, com’è dolce
vivere insieme come fratelli
Gloria al Padre ...
Padre nostro ...
Per pregare ancora
È Natale!
È Natale ogni volta
che sorridi a un fratello
e gli tendi la mano.
È Natale ogni volta
che rimani in silenzio
per ascoltare l'altro.
È Natale ogni volta
che non accetti quei principi
che relegano gli oppressi
ai margini della società.
È Natale ogni volta
che speri con quelli che disperano
nella povertà fisica e spirituale.
È Natale ogni volta
che riconosci con umiltà
i tuoi limiti e la tua debolezza.
È Natale ogni volta
che permetti al Signore
di rinascere per donarlo agli altri.
(Madre Teresa di Calcutta - lunedì 20 dicembre 2010)
Letture suggerite: Dilexi Te Esortazione Apostolica - Papa Leone XIV



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