Seconda domenica di AVVENTO
19 novembre 2023
II Settimana Diurna Laus
Domenica 19 novembre: Seconda di AVVENTO
"I Figli del Regno"
“Oggi, seconda domenica di Avvento, il Vangelo della liturgia ci presenta la figura di Giovanni Battista. Il testo dice che “portava un vestito di peli di cammello”, che il “suo cibo erano locuste e miele selvatico” (Mt 3,4) e che invitava tutti alla conversione: “Convertitevi, perché il Regno dei cieli è vicino!” (Mt 3,2). Predicava la vicinanza del Regno. Insomma un uomo austero e radicale, che a prima vista può apparirci un po’ duro e incutere un certo timore.
Cari fratelli e sorelle, Giovanni, con le sue “reazioni allergiche”, ci fa riflettere. Non siamo anche noi a volte un po’ come quei farisei? Magari guardiamo gli altri dall’alto in basso, pensando di essere migliori di loro, di tenere in mano la nostra vita, di non aver bisogno ogni giorno di Dio, della Chiesa, dei fratelli. Dimentichiamo che soltanto in un caso è lecito guardare un altro dall’alto in basso: quando è necessario aiutarlo a sollevarsi; l’unico caso, gli altri non sono leciti.
E ricordiamoci ancora una cosa: con Gesù la possibilità di ricominciare c’è sempre; mai è troppo tardi, sempre c’è la possibilità di ricominciare. Abbiate coraggio, Lui è vicino a noi e questo è un tempo di conversione.
Maria, l’umile serva del Signore, ci aiuti a incontrare Lui e i fratelli sulla via dell’umiltà, che è l’unica che ci farà andare avanti”.
PAPA FRANCESCO, Angelus, 4 dicembre 2022
A margine del Vangelo di Matteo 3, 1-12
"Voce e Parola"
“Il brano si articola in tre parti: l’apparire di Giovanni nel deserto che annuncia la venuta del Regno e la fine dell’esilio (vv. 1-6), il suo appello alla conversione (vv. 7-10), l’annuncio del Messia che viene col fuoco del suo Spirito (vv. 11-12). Gesù è il Figlio che il Padre manda ai fratelli per ricondurli dall’esilio a casa. E’ colui che “deve venire”. E viene per chi lo attende, come il Battista.
La figura del Battista suscitò molta impressione. Qualcuno lo riteneva il Messia, Marco lo presenta come l’angelo che prelude la venuta del Signore, qui Matteo lo presenta come Colui che annuncia la fine dell’esilio. Egli, come Elia, è l’uomo davanti a Dio, pronto all’incontro. Come tutti i profeti, denuncia il peccato e annuncia il perdono. Ma, rispetto a loro, Giovanni ha una coscienza nuova perché sa che arriva Colui che ha promesso: questi ci battezzerà, invece che nell’acqua della morte, nel fuoco del suo amore.
Così Giovanni prepara ad accogliere il Signore che viene. I profeti in Israele mantengono viva la promessa. Non solo richiamano all’obbedienza, ma, soprattutto, impediscono che la religione si riduca a sola Legge, senza cuore, senza uomo e infine senza Dio. Dietro e dentro la Parola c’è Colui che parla. Non c’è solo un’idea da capire o un ordine da eseguire, ma da stabilire comunione con Colui che nella sua Parola comunica sé stesso. Senza questa coscienza si corre il rischio di una religione della Parola ridotta a feticcio come nelle varie forme di fondamentalismo, dottrinarismo e feticismo. Anche con la Scrittura si può fare quanto fanno i “pagani” che cercano i doni di Dio, ma dimenticano il rimando e la relazione con Lui.
Giovanni è il profeta che sta sulla soglia tra il passato e il futuro, è l’Elia che deve venire, che anzi è già venuto, anche se non riconosciuto, anticipando il destino di Colui che vuol far riconoscere. Il Battista è l’uomo pronto ad accogliere, oltre ogni promessa, il Signore che ha promesso. Non è solo l’asceta o il mistico che incontra Dio nella solitudine del deserto: è l’apostolo che vuol aprire tutti ad accogliere Colui che sempre viene e attende solo di essere accolto. Precedendo cronologicamente di un passo il Signore, lo segue spiritualmente. Lui è la “Voce” che lo proclama, Gesù è la sua “Parola”. Non può esserci l’uno senza l’altro: senza voce la parola non può esprimersi, senza parola la voce è semplice suono insensato. Così il Battista, che si ritiene meno di un servo, non dà la vita ma la prepara; Gesù, il Figlio, che viene dopo di lui porta in dono la vita e mediante lo Spirito, fuoco del suo amore che tutto purifica, illumina e vivifica, porta in dono e fa partecipi della vita di Dio”.
Silvano Fausti, teologo e predicatore
Una Buona e Bella Notizia
Sono Michela Figurelli, una giovane donna di 29 anni, cresciuta nel nostro quartiere ed ora aspirante della Congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia (ordine riformato da santa Faustina Kowalska e conosciuto per la devozione alla Misericordia Divina e al quadro di Gesù Misericordioso) lascio casa, lavoro e famiglia (cfr. Mt 19,29) per entrare nel convento a Washington D. C. (Stati Uniti d’America) nel mese di gennaio.
Accompagnatemi nella preghiera quotidiana affinché la mia volontà si uniformi a quella del mio futuro Sposo. Io già ricordo tutta la nostra Comunità, pregando per voi con affetto e cuore di madre”.
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