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Il Fopponino del 06 Luglio 2025

  • Immagine del redattore: Fopponino Milano
    Fopponino Milano
  • 4 lug
  • Tempo di lettura: 7 min

Quarta dopo Pentecoste

6 Luglio 2025

II Settimana Diurna Laus


Domenica 06 Luglio 2025 : GRAZIE papa Francesco!

      

“Io sono solo un passo”

   Voglio chiudere il nostro dialogo attraverso IL FOPPONINO ancora con “SPERA”  L’autobiografia di Papa Francesco: ad aprile vi avevo presentato il Prologo, ora a luglio vi offro buona parte dell’ultimo capitolo “Io sono solo un passo”. Con le parole di Papa Francesco, ancora fresche e incoraggianti, viviamo il tempo dell’estate per fare, ciascuno, il nostro passo “con tenerezza e con coraggio”. Evviva!

 

          “La Chiesa sempre ha un futuro.

E’ curioso: la Chiesa ha radici nel passato, in Cristo vivo, durante il suo tempo, nella sua Resurrezione, e radici nel futuro la promessa del Cristo che rimarrà con noi fino alla fine dei secoli. E in questa promessa c’è il futuro della Chiesa.

          La Chiesa andrà avanti, nella sua storia io non sono che un passo.

E pure il papato maturerà; io lo spero che maturi guardando anche indietro, che prenda sempre di più il ruolo del primo millennio. (..) Sogno un papato che sia sempre più di servizio e di comunione. (..) Il titolo proprio del Papa che più mi piace è Servus servorum Dei. Che serve tutti, che serve a tutti. Quando due mesi dopo l’elezione mi sono arrivate le bozze dell’Annuario Pontificio, ho rimandato indietro la prima pagina con i titoli attribuiti al pontefice: Vicario di Gesù Cristo, Successore del principe degli apostoli, Sovrano, Patriarca .. Via tutto: solo Vescovo di Roma. Il resto è rimandato alla seconda pagina.

          Nel mondo contemporaneo si parla molto di secolarizzazione.

La Chiesa ha avuto sempre dei momenti di secolarizzazione.. è successo molte volte. Certo, la secolarizzazione non è una fotocopia che si mostra ogni volta uguale: è qualcosa che si dà con la cultura del tempo. (..) La mondanità spirituale, il modo di vivere mondano che anche la Chiesa ha conosciuto fin dai suoi primi giorni, è davvero la peste più grande. Secondo il teologo Henri de Lubac, è il male peggiore in cui può incorrere la Chiesa, “la tentazione più perfida, quella che sempre rinasce, insidiosamente”.


Se oggi le nuove generazioni dichiarano un rapporto difficile con la religione, ben più che sulla secolarizzazione dovremmo interrogarci sulla nostra testimonianza. Sono i testimoni a muovere i cuori. Già sant’Ignazio di Antiochia sapeva bene che “è meglio essere cristiani senza dirlo, piuttosto che dirlo senza esserlo”, perché alla fine dell’esistenza non ci sarà chiesto se siamo stati credenti, ma solo se siamo stati credibili.

          La Chiesa deve crescere nella creatività, nella comprensione delle sfide della contemporaneità, aprirsi al dialogo, non chiudersi nel timore. Una Chiesa chiusa, spaventata, è una Chiesa morta. Bisogna avere fiducia nello Spirito, che è il motore e la guida della Chiesa e che sempre fa chiasso. Basta pensare al racconto della Pentecoste sugli apostoli, che fu un baccano pazzesco: “Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano” e tutti allora cominciarono a parlare lingue prima sconosciute, e tutti uscirono. Uscirono in strada. Tutti fuori. Fuori dalle nostre zone di conforto. Perché è solo da questa apertura che si può generare l’armonia. Lo Spirito è il Paraclito, colui che sostiene e accompagna nel cammino, è soffio di vita, non un gas anestetizzante. Un giorno mentre predicavo a San Miguel a 200 ragazzini, uno di loro l’ha confuso con il paralitico e mi ha fatto sorridere .. ma quella è proprio la Chiesa che non dobbiamo essere, una Chiesa ferma, congelata. A noi certamente spetta poi discernere, capire cosa ci chiede davvero l’oggi, ma sapendo che la rigidità non è cristiana, perché nega questo movimento dello Spirito. (..) Dobbiamo uscire dalla rigidità che non vuol dire cadere nel relativismo, ma andare avanti; e sfuggire alla tentazione di controllare la fede .. la Spirito è libertà . E la libertà è anche rischio. (..)

          La Chiesa ha bisogno di tutti, di ogni uomo, di ogni donna e tutti abbiamo bisogno gli uni degli altri. Nessuno di noi è un’isola, un io autonomo e indipendente, e il futuro è qualcosa che possiamo costruire solo insieme, senza scartare nessuno. Abbiamo il dovere di essere vigilanti e consapevoli, vincendo la tentazione dell’indifferenza. Il vero amore è inquieto. Si dice comunemente che l’opposto dell’amore è l’odio, ed è vero, ma in tanta gente non c’è un odio cosciente. L’opposto più quotidiano all’amore di Dio, è l’indifferenza. Per annientare un uomo o una donna basta ignorarli. L’indifferenza può uccidere. L’amore non tollera l’indifferenza. Il cristiano invece tende la mano.

          Molti oggi, per diversi motivi, sembrano non credere che sia possibile un futuro felice. Questi timori vano presi sul serio, ma non sono invincibili. (..) Di fronte alla malvagità e alle brutture che riserva il nostro tempo, anche noi siamo tentati di abbandonare il nostro sogno di libertà. Così, ci rintaniamo nelle nostre fragili sicurezze umane, nella nostra routine rassicurante, nelle nostre paure così ben conosciute. E alla fine rinunciamo al viaggio verso la felicità della Terra promessa per tornare alla schiavitù dell’Egitto. La paura è l’origine di ogni forma di dittatura, perché è sulla strumentalizzazione delle paure del popolo che crescono l’indifferenza e la violenza. E’ una gabbia che ci esclude dalla felicità, e che ruba il futuro. Ma basta un solo uomo, una sola donna perché ci sia speranza, e quell’uomo e quella donna puoi essere tu. Poi c’è un altro “tu” e un altro “tu” ancora, e allora diventiamo “noi”.

          Per noi cristiani il futuro ha un nome e questo nome è speranza. 

Avere speranza non significa essere ottimisti ingenui che ignorano il dramma del male dell’umanità. La speranza è la virtù di un cuore che non si chiude nel buio, non si ferma al passato, non vivacchia nel presente, ma sa vedere lucidamente il domani. Inquieti e gioiosi, così dobbiamo essere noi cristiani. La felicità è sempre un incontro e gli altri sono un’occasione concreta per incontrare Cristo stesso.

          L’evangelizzazione sarà possibile per contagio di gioia e di speranza. Quando c’è il “noi” comincia la speranza? No, quella è cominciata già con il “tu”. Quando c’è il “noi” comincia una rivoluzione. Dove c’è davvero il Vangelo c’è sempre rivoluzione. Una rivoluzione nella tenerezza. Non è altro che questo, la tenerezza: è l’amore che si fa vicino e concreto. E’ usare gli occhi per vedere l’altro, usare le orecchie per sentire l’altro, per ascoltare il grido dei piccoli, dei poveri, di chi teme il futuro; ascoltare anche il grido silenzioso della nostra casa comune, della terra contaminata e malata.

          E dopo il guardare, dopo l’ascoltare, non c’è il parlare. C’è il fare.

Una volta, un giovane universitario mi ha domandato: in Università ho tanti amici che sono agnostici, o atei, cosa devo dire perché diventino cristiani. Nulla, ho detto. L’ultima cosa che tu devi fare è parlare. Prima devi fare, e allora sarà chi vede come vivi, come gestisci la tua vita, a domandare: perché lo fai? A quel punto potrai parlare. Con i miei occhi. Con le mie orecchie. Con le mie mani. Solo dopo con la parola. Nella testimonianza di una vita la parola viene dopo, è conseguenza. Lasciare anche spazio al dubbio, pure questa è una chiave importante. (..)

          Bisogna essere umili, lasciare spazio al Signore, non alle nostre finte sicurezze. Non è debolezza la tenerezza: è vera forza. E’ la strada che hanno percorso gli uomini e le donne più forti e coraggiosi.

          Percorriamola, lottiamo con tenerezza e con coraggio.

          Percorretela, lattate con tenerezza e con coraggio .. Io sono solo un passo”.

        


AVVISI DELLA SETTIMANA

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DOMENICA 6 LUGLIO: Quarta dopo Pentecoste

S. Messe: 8.30 (al Fopponino) –  11 (in Chiesa) – 18.30 (al Fopponino)

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Ore 16.00 nell’antica Chiesa del Fopponino:

NORTHERN LIGHTS 

Il CORO BYRD esegue una rassegna di Brani Musicali Contemporanei

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Resoconto della Raccolta in occasione di “Comunità in Festa”


Conferenza di San Vincenzo

Raccolta viveri: 20 pacchi di pasta e riso, 40 confezioni di tonno e legumi, 7 bottiglie d’olio. Offerte in denaro: euro 350

Gruppo Carcere 

Raccolta prodotti per l’igiene: 93 dentifrici e spazzolini, 50 doccia schiuma, saponette, deodoranti e shampoo, 12 asciugamani. Abbigliamento: 66 paia di boxer e di calze. Pacchi di fazzoletti di carta: 3. Offerte in denaro: euro 160

Centro d’Aiuto alla Vita Ambrosiano

Abbiamo distribuito, grazie ai fantastici ragazzi del catechismo, 105 biglietti della Lotteria CAV con un incasso di 290 euro comprensivi di offerte libere. Diverse giovani famiglie hanno donato indumenti per i bimbi ospiti con le loro mamme nelle varie realtà di accoglienza. Alle ore 18,30 dello stesso giorno, proprio nel cortile di una delle "Case famiglia", sono stati estratti i biglietti della Lotteria e su circa un migliaio di biglietti distribuiti....il 1° PREMIO è stato vinto da una nostra parrocchiana e il 2° PREMIO da don Serafino; rispettivamente GIFT CARD Decathlon e GIFT CARD alla pelletteria Le Sac Outlet, quest'anno siamo stati fortunatissimi!!!!

A tutti un immenso GRAZIE a conferma di una costante attenzione e sostegno a chi fa il bene facendolo bene!


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Orario “estivo” delle s. Messe:


da LUGLIO all’inizio di SETTEMBRE


FERIALI: da LUNEDI’ 7 luglio a VENERDI’ 5 settembre,

la s. Messa delle ore 9.00 sarà nella Chiesa del Fopponino

(ogni SABATO: ore 9 e poi la s. Messa vespertina alle ore 18.30)

 

FESTIVIda DOMENICA 6 luglio fino a DOMENICA 7 settembre,

la s. Messa delle 8.30 e 18.30 sarà nella Chiesa del Fopponino

la s. Messa delle ore 11 sarà nella Chiesa di san Francesco 


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Da questa domenica sospendiamo la pubblicazione de IL FOPPONINO, il foglio informativo che ha scandito la comunicazione nella nostra Comunità: riprenderemo con DOMENICA 7 SETTEMBRE 2025. Con i nostri AUGURI di “BUONA ESTATE” assicuriamo la preghiera per tutti.

  don Serafino, don Matteo e l’Arcivescovo Carlo


 

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