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Il Fopponino del 1 Giugno 2025

  • Immagine del redattore: Fopponino Milano
    Fopponino Milano
  • 30 mag
  • Tempo di lettura: 6 min

Aggiornamento: 31 mag


Ascensione del Signore

1 Giugno 2025

III Settimana Diurna Laus


Giugno 2025: a metà dell'Anno Giubilare

Pellegrini di Speranza e di Pace

Carissimi fratelli e sorelle,

dopo questo maggio rivolto ad onorare Maria e culminato nella recita del Rosario che ci ha portato fino alla Basilica di sant’Ambrogio, torno a dedicare IL FOPPONINO all’Anno Giubilare e così riprendo la Bolla di indizione del Giubileo ordinario dell’anno 2025 al fine di rinnovare in ciascuno di noi la coscienza del tempo che la Chiesa – e il mondo! – sta vivendo: “possa essere un momento di incontro vivo e personale con il Signore Gesù, ‘porta’ di salvezza; con Lui, che la Chiesa ha la missione di annunciare sempre, ovunque e a tutti quale ‘nostra speranza’”.

Oggi quale più grande speranza – e “nostra” speranza! – se non la pace?.

La pace portata dal Cristo Risorto è stata la prima parola al mondo pronunciata da Papa Leone XIV e la pace tra i popoli e nel mondo è stato il continuo, costante appello e invocazione alla preghiera di Papa Francesco. Infatti è Lui che nella Bolla afferma così: “il primo segno di speranza si traduca in pace per il mondo, che ancora una volta si trova immerso nella tragedia della guerra”. Sono sotto gli occhi di tutti le tragiche e terribili immagini di distruzione e di morte che spezzano il cuore per l’immensa “brutalità della violenza”.

E come mai “il loro grido disperato di aiuto non spinga i responsabili delle Nazioni a voler porre fine ai troppi conflitti”? Situazioni e domande che restano sospese e che, purtroppo, anche se poste, non riescono a “perseguire progetti concreti”.

Con la Chiesa e il Papa e con tutte le donne e gli uomini di buona volontà continuiamo – con i diversi mezzi a nostra disposizione! – a sostenere l’impegno di Chi sa e può costruire “con coraggio e creatività spazi di trattativa finalizzati a una pace duratura”. Sì, perché, non è troppo “sognare che le armi tacciano” e ricordare che “quanti si fanno operatori di pace saranno chiamati figli di Dio”.

    don Serafino

Don Carlo Gnocchi: “Pellegrino di Speranza e di Pace”

Don Carlo Gnocchi fu “pellegrino di speranza”

Solamente un uomo, un cristiano, un sacerdote intriso di speranza avrebbe infatti potuto realizzare un’opera a favore di un’umanità lacerata e ferita non solamente nel corpo. Il beato don Gnocchi, radicando nella certezza della Salvezza e dell’amore di Dio per l’uomo il proprio quotidiano, ha potuto essere un educatore che ha saputo lasciare un segno, ha potuto accompagnare i militari sui campi di battaglia, ha potuto accogliere bambini ai quali la guerra oppure le malattie avevano reso difficile la vita. Egli scrisse: “L’educatore è l’uomo della speranza secondo il grido vittorioso di Cristo nella notte della passione: ‘Confidite, ego vici mundum’. La fede e la carità non gli bastano all’impresa”.

Da giovane sacerdote, don Carlo era cercato dai ragazzi quale guida spirituale. Egli fondava la propria azione sulla fiducia nell’uomo, pur nella consapevolezza del declino morale verso il quale la società si stava incamminando. I suoi metodi educativi erano indirizzati all’incoraggiamento anche attraverso la lode. Soprattutto egli educava alla speranza, anzitutto vivendo un costante riferimento a Dio, indicando così una strada a coloro che incontrava, una strada che era esigente di fronte alla realtà del mondo e alle sue contingenze storiche. “Uomini perciò non si possono dire – e pure sono milioni – quelli che vivono tanto per vivere; macchine da azioni, che si muovono soltanto per reagire agli stimoli esterni ed interni della necessità, del piacere o del dolore, senza alcuna coerenza da un principio superiore, che si danno totalmente e si esauriscono nel frammento dell’ora, dell’azione, ignorando il disegno e la finalità di cui esso fa parte. Costoro non vivono, ma si lasciano vivere (..) La personalità però non è soltanto questa coerenza delle azioni all’idea, ma consiste nel lanciare questo “tutto” vitale verso una meta alta ed elevante”, scriveva nel suo libro Restaurazione della persona umana”.

Il beato don Carlo aveva un’idea di uomo e lo vedeva entrare con totalità nelle circostanze, fondando ogni pensiero e ogni azione sulla propria fede e coltivando, nei gesti e nelle idee, la speranza. Questo risulta evidente nelle esperienze tragiche della guerra, quando il sacerdote, dopo aver lasciato gli studenti, si dedicò ai soldati in veste di cappellano. Sui campi di battaglia don Gnocchi toccò l’abisso della sofferenza instillando speranza anche laddove i tratti dell’umanità sembravano svanire in una selvaggia lotta per la sopravvivenza, oppure nella disperante solitudine dinanzi alla catastrofe. Il cappellano degli alpini, nella drammatica ritirata di Russia, fu accanto ai soldati ascoltandoli, rincuorandoli, invitandoli a confidare in Dio. Ecco la testimonianza di Angelo Polelli: “Vidi tanti ufficiali disperati, lui no; anzi diceva parole di conforto, incitava ad avere fiducia, a sperare di poter tornare perché ‘Dio vede e provvede’. Incitava a pregare e ad avere fiducia nell’aiuto di Dio”. Don Carlo toccò, con le sue mani infreddolite, la sofferenza e lo smarrimento di molti, vide contrarsi i lineamenti dell’uomo di fronte alle privazioni, ma continuò a gettare semi di speranza. Anche promettendo a coloro che stavano morendo di prendersi cura dei parenti che avrebbero lasciato.

Don Carlo seminò speranza, dopo la Russia, cercando di dare un aiuto a chi doveva fuggire verso la Svizzera per sfuggire al nazifascismo. E proprio contro la brutalità della guerra e contro la persecuzione delle persone cercava di mettere le basi di una umanità nuova. “Ce la farai” disse a molti bambini invalidi e mutilati: infatti dopo la guerra don Gnocchi accolse le piccole vittime innocenti del conflitto nella sua opera. Le case si moltiplicarono, i bambini e i ragazzi avevano bisogno di tutto, anzitutto di ricostruire la propria dignità, la propria umanità. E qui, don Carlo, come pellegrino di speranza, bussò alle porte delle famiglie più facoltose, degli uffici pubblici, delle redazioni dei giornali per far conoscere i bisogni dei suoi ragazzi.

Come ha ricordato il suo amico caro, don Giovanni Barbareschi, “infondeva speranza, serenità”. Nelle sue strutture don Gnocchi ha aiutato moltissimi ragazzi a percorrere strade che sembravano loro precluse, ha dato speranza a chi era stato marginalizzato da una società che non aveva il coraggio per cercare soluzioni che dessero dignità, autonomia, futuro. Dare speranza, confidare nella bontà dell’uomo e nella Provvidenza furono pilastri su cui fondare un’opera che, oggi, continua a rispondere alle domande dell’uomo sofferente. Essere uomo di speranza nel corso della sua esistenza, ha significato educare giovani studenti, confortare soldati nei momenti della disperazione, realizzare strutture nelle quali curare l’uomo, tutto l’uomo, e non solo la malattia. Ha significato mettersi in gioco, sino alla fine, sino al dono delle cornee.

Don Carlo Gnocchi ha fondato la propria esistenza sulla fede in Dio, mettendosi a servizio degli altri, dei fragili, nelle circostanze concrete, con lungimiranza, con la speranza di un bene oltre la sofferenza e la morte. Egli scrisse così: “Non ci vuole molta fatica ad essere profeti! Formiamo dunque degli uomini e dei cristiani; e non temiamo. L’ultima parola spetta al bene”.

Barbara Garavaglia

Da MISSIONE UOMO del Marzo 2025

AVVISI DELLA SETTIMANA


DOMENICA 1 GIUGNO: Ascensione del Signore

ore 10: s. Messa con il MANDATO ai collaboratori dell’ORATORIO Estivo

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 Lunedì 2 giugno: Festa della Repubblica

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Martedì 2 giugno ore 21, in Chiesa parrocchiale: CONCERTO per l’ESTATE

“Core ‘e Mamma al Fopponino”

Coro amatoriale che si esibirà in un repertorio di canzoni pop anni 70, 80, 90

Dirige Pina Bottiglieri, Maestro collaboratore Antonio Vacatello

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Mercoledì 4 giugno ore 15.30, per la Terza Età: Adriana Costa

ci parla della storia de“Ca’ Granda: architetti, benefattori, luminari”

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Mercoledì 4 giugno 2025, alle 21, prenderà inizio nella nostra Parrocchia

il PERCORSO in PREPARAZIONE al MATRIMONIO CRISTIANO

per le Coppie che intendono celebrare il loro Matrimonio come Sacramento.

E’ necessario, prima dell’inizio degli incontri, un colloquio con don Serafino.

Hanno già fatto l’iscrizione 7 Coppie, ma attendiamo altre adesioni.

A loro il più cordiale “benvenuto” mentre li sosteniamo con la preghiera.

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Giovedì 5 giugno, ore 12, al Fopponino

Celebrazione di Nozze per Soldati Giovanni e Colombo Giulia

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Venerdì 6 giugno: “Ultimo Giorno di Scuola”

ore 17.30, al Fopponino, Battesimo di Dickmann GRETA

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Sabato 7 giugno, ore 16, al Fopponino, Battesimo di Colombatto VITTORIA

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DOMENICA 8 GIUGNO: Pentecoste dello Spirito

per la nostra Parrocchia è “COMUNITA’ in FESTA”

 (Orario delle s. Messe: 8.30, 11 e 18.30)

ORE 11, nel cortile del Fopponino, SANTA MESSA:

celebra don Emilio nel suo 25° di ordinazione sacerdotale

ore 15: Gioco del BURRACO

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Per gli ORATORI di S. Francesco d’Assisi al Fopponino,

Gesù Buon Pastore e S. Matteo e S. Maria Segreta:

dal 9 al 27 GIUGNO: ORATORIO ESTIVO 2025

“Toc toc. Io sono con voi tutti i giorni”

       

 

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