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Il Fopponino del 18 febbraio 2024

Aggiornamento: 23 feb


Prima domenica di Quaresima

18 febbraio 2024

I Settimana Diurna Laus


18 FEBBRAIO: Prima Domenica di Quaresima

"ABBIAMO CONOSCIUTO L’AMORE"

L'amore conosce il deserto

 

     “E’ dal deserto, terra di fame, di sete, di smarrimenti e di pericoli, che inizia il nostro viaggio quaresimale. Fare “deserto” in noi, mettendo a tacere le voci del mondo, diventa occasione propizia per ascoltare l’unica Parola che conta”.

 

Dal Vangelo di Matteo (4, 1-3)

“Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò”.

 

“Durante il mese di Ramadan, i musulmani digiunano per trenta giorni. In quel periodo la gente spesso mi chiede se digiuno anch’io. Un giorno tornando a casa, un bimbo che mi conosce bene è corso verso di me e mi ha chiesto: “Padre, tu digiuni?”

Gli ho risposto di no. Mi ha chiesto perché. Gli ho risposto: “Perché sono cristiano!”. E’ subito diventato triste e senza più dire niente è corso via. Ci sono rimasto molto male. Mi sono chiesto: “Un cristiano non digiuna?”. Certo che i cristiani sono chiamati a digiunare ogni giorno da tante cose nella vita e, contemporaneamente, ad avere una fame continua del Signore. Da quel giorno in poi, rispondo sempre: “Sì, digiuno, ma nel cuore e tutti i giorni”. Qual è il mio digiuno?

Padre Anand Talluri, missionario del PIME in Tunisia

 

Preghiera

Signore Gesù, Tu che hai conosciuto la fame, apri i nostri occhi per scoprire il grido della fame attorno a noi e aumenta in noi la vera fame di Te e della vera vita, piena di Te e in Te. Amen

 

RACCONTI di VITA CRISTIANA

...in Parrocchia e in Città


Facciamo parte di questa comunità parrocchiale dal 1967, anno del nostro matrimonio. Proveniamo da due realtà diverse: Mariuccia ha vissuto all’ombra del campanile di sant’Ambrogio, Gianni è cresciuto nella parrocchia di un piccolo paese del lago Maggiore. Ci unisce l’essere cresciuti entrambi in famiglie con una forte anche se semplice fede. Dai nostri genitori abbiamo imparato la preghiera, l’altruismo, l’essenzialità. Da giovani abbiamo frequentato Oratorio, Azione cattolica e Gioventù Studentesca, ci siamo divertiti, abbiamo vissuto serenamente la fede, senza molti problemi, una fede forse un po’abitudinaria e un poco imposta. 

Da fidanzati abbiamo avuto la fortuna di incontrare don Aldo: è stato il nostro padre spirituale per più di 20 anni, amico e guida della nostra vita di coppia e genitori. Da lui abbiamo imparato a vivere “affidandoci e fidandoci al Signore”.

Sposati in sant’Ambrogio, per qualche tempo  siamo rimasti legati a quella parrocchia, frequentando perciò solo occasionalmente San Francesco d’Assisi al Fopponino.

Nel 1970 c’è stato il primo incontro con don Italo, un incontro occasionale senza un particolare scopo … e invece fummo conquistati dal suo modo di fare paterno, comprensivo, dal suo sorriso dolce e dalla sua franchezza unita a tanta  umanità …  così ci trovammo a dire “sì” alla sua inaspettata richiesta di collaborazione. Don Italo ci lasciò un insegnamento prezioso: c’è chi sogna e c’è chi fa: cercate  di essere persone  che sognano e poi fanno, ma ricordatevi che dovete “essere” prima di fare: perciò pregate. E’ iniziata così la nostra vita in questa parrocchia; da allora abbiamo cercato di vivere la parrocchia come luogo privilegiato dove si mettono insieme i propri doni, dove si condivide ciò che si è e ciò che si può dare, dove si diventa dono; ci siamo sentiti “laici corresponsabili” della nostra comunità parrocchiale. Pur consapevoli dei nostri limiti  abbiamo collaborato con fedeltà, entusiasmo e continuità con tre parroci : tutti ci sono stati vicini, aiutandoci nelle difficoltà o in occasione di errori.

 Una prima esperienza vissuta come coppia/genitori è stata la partecipazione ai gruppi “giovani famiglie”, “genitori scout”, “oratorio”: abbiamo fatto vere amicizie che durano ancora oggi, abbiamo condiviso problemi e gioie, ci siamo aiutati nel far crescere nella fede i figli con il grande aiuto di don Luciano e di don Sergio Dell’Orto.

Un altro impegno vissuto insieme,  sono stati i “gruppi di ascolto”. Accogliendo l’invito di monsignor Macchi a iniziare e di don Serafino a continuare, per quasi 20 anni siamo stati co-moderatori di due diversi gruppi. E’ stato un impegno mensile gravoso ma un’esperienza importante: nei gruppi si è creata una bella amicizia, grazie alla Parola e alla preghiera condivisa siamo cresciuti insieme nella fede; noi abbiamo capito quanta strada dobbiamo ancora fare per essere cristiani maturi.

Abbiamo poi vissuto in Parrocchia impegni diversi: Mariuccia è stata catechista e adesso fa parte della Conferenza di San Vincenzo de Paoli; Gianni è stato nei Consigli Pastorali parrocchiali, decanali e diocesani e ora è presidente dell’associazione volontari del ristorante solidale Ruben.

Mariuccia: in occasione della prima comunione della nostra prima figlia, don Italo mi chiese di fare la catechista. L’impegno mi spaventava perché mi sentivo impreparata, ma Lui mi assicurò vicinanza e aiuto, mi incoraggiò dicendo: “l’importante è che facciamo del nostro meglio”: mi sono fidata, ho iniziato e ho poi continuato per 20 anni. Stare con i bambini, coinvolgere e confrontarsi con i genitori, è stimolante, dà gioia e soddisfazione: si riceve, soprattutto dai bambini, più di quanto si dà, si cresce con loro nella fede. Ho smesso per l’età e per gli impegni da nonna. Da allora partecipo alla Conferenza di San Vincenzo de’ Paoli, una realtà comunitaria e fraterna dove con l’aiuto reciproco, la preghiera comune e alcuni importanti aspetti organizzativi, si aiutano materialmente ed economicamente le famiglie bisognose e si è a loro vicini nella ricerca di soluzioni ai tanti problemi che sempre si uniscono alla povertà. Vivo questa esperienza consapevole che la fede deve essere seguita dalla opere e sperimento come sia vero l’insegnamento avuto da giovane:  “rendi felici gli altri e sarai felice anche tu”.

Gianni: Sono stato dal 1974 fino a pochi anni fa quasi ininterrottamente nel Consiglio Pastorale Parrocchiale, per molti anni in quello Decanale e per 8 anni nel Consiglio Diocesano e partecipando anche ai gruppi di lavoro per la stesura del libro sinodale. E’ impossibile raccontare in poche righe 50 anni di “consigliere pastorale” durante i quali non mi sono mai limitato a partecipare alle riunioni, ma ho cercato sempre di partecipare quotidianamente alla vita delle comunità dove ero chiamato a “consigliare”. Mi limito a dire che ho vissuto davvero l’essere comunità cristiana, ho capito l’importanza di essere laici preparati e responsabili, laici che sanno essere di aiuto ai propri pastori; credo di avere dato poco rispetto a quanto ho ricevuto.

Quando ho pensato di “riposarmi”, il Signore mi ha chiamato a un altro impegno: il Ristorante Solidale Ruben dove i “nuovi poveri” (famiglie con bambini, persone con ancora volontà e speranza di ricominciare), consumano la cena in un vero ristorante e hanno ascolto, vicinanza, aiuto per “ripartire” da molti volontari.

 Il nostro racconto è finito  ma il nostro cammino in parrocchia, a Dio piacendo, continua:  con don Serafino, al quale continueremo a dare collaborazione, con la Comunità parrocchiale che continueremo a considerare luogo privilegiato di incontro, di condivisione, dove pregare e coltivare la fede. Un grande grazie al parroco e a tutti i parrocchiani che sempre, ma soprattutto in alcuni momenti familiari difficili, abbiamo sentito davvero vicini e soprattutto  GRAZIE al Signore al quale ci siamo sempre affidati e che è stato tanto buono e misericordioso con noi.

 

Mariuccia e Gianni

 

 


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