Il Fopponino del 21 Dicembre 2025
- Fopponino Milano
- 15 ore fa
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Sesta Domenica di Avvento
21 Dicembre 2025
II Settimana Diurna Laus
21 Dicembre 2025: Sesta Domenica di Avvento
“Di generazione in generazione”
“La carità non avrà mai fine”
“La carità infatti non può essere assimilata a nessuna sostanza culturale perché ne esorbita come invenzione e come dono. E’ per la carità che il cristiano è un altro rispetto a chiunque non lo sia. (..) La carità è l’insostituibile del cristianesimo e non mi augurerei che la sacrosanta fedeltà al mondo – “et in terra” – comportasse tanta secolarizzazione da metterla in ombra”.
(Mario Luzi)
Dalla Lettera di Paolo ai cristiani di Filippi (4, 5-6)
“Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti”.
“Il Signore è vicino!”: pochi giorni ci separano ormai dalla celebrazione del Natale di Gesù. Oggi e ogni giorno l’Apostolo ci invita ad essere amabili, a non rattristarci ma a mantenere vivo, nella preghiera, il rapporto con Dio. Essere lieti nel Signore e rimanere saldi in lui sono due buoni sentimenti che ben ci conducono alla solennità del Natale cristiano. La frenesia delle prossime ore potrebbe, forse, distoglierci dall’essenziale. Chiediamo il dono di vivere queste giornate con intensità, nel silenzio contemplativo e nella preghiera – magari davanti al presepe di casa – perché il cuore sia pronto ad accogliere nel Bambino Gesù il Signore.
E’ questo l’essenziale, la gioia autentica, la perfetta letizia!
Preghiamo
Bambino Gesù, splendore di Luce eterna, Re delle genti atteso da tutti i popoli, Tu che sei il Sole di Giustizia, Tu che sei la Pietra angolare e riunisci in unità chi è nelle tenebre e disperso dal dubbio e nella paura, vieni a visitare e salvare l’umanità che Tu hai plasmato e che nella misericordia ancora e sempre ami. Amen.
Il Natale voluto da san Francesco
“La sua aspirazione più alta, il suo desiderio dominante, la sua volontà più ferma era di osservare perfettamente e sempre il santo Vangelo e di seguire fedelmente con tutta la vigilanza, con tutto l’impegno, con tutto lo slancio dell’anima e il fervore del cuore l’insegnamento del Signore nostro Gesù Cristo e di imitarne le orme. Meditava continuamente le sue parole e con acutissima attenzione non ne perdeva mai di vista le opere. Ma soprattutto l’umiltà dell’incarnazione e la carità della passione aveva impresse così profondamente nella sua memoria, che difficilmente voleva pensare ad altro.
A questo proposito dobbiamo raccontare, richiamando devotamente alla memoria, quello che realizzò tre anni prima della sua gloriosa morte, a Greccio, il giorno del Natale di nostro Signore Gesù Cristo.
C’era in quella contrada un uomo di nome Giovanni, di buona fama e di vita anche migliore, ed era molto caro al beato Francesco perché, pur essendo nobile e molto onorato nella sua regione, stimava più la nobiltà dello spirito che quella della carne. Circa quindici giorni prima della festa della Natività, il beato Francesco lo fece chiamare, come faceva spesso, e gli disse: “Se vuoi che celebriamo a Greccio l’imminente festa del Signore, precedimi e prepara quanto ti dico: vorrei fare memoria di quel Bambino che è nato a Betlemme, e in qualche modo intravedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato; come fu adagiato in una mangiatoia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello”. Appena l’ebbe ascoltato, quell’uomo buono e fedele se ne andò sollecito e approntò, nel luogo designato, tutto secondo il disegno esposto dal santo.
E giunge il giorno della letizia, il tempo dell’esultanza!
Per l’occasione sono qui convocati i frati da varie parti: uomini e donne del territorio preparano festanti, ciascuno secondo le sue possibilità, ceri e fiaccole per rischiarare quella notte, che illuminò con il suo astro scintillante tutti i giorni e i tempi. Arriva alla fine il santo di Dio e, trovando che tutto è stato predisposto, vede e se ne rallegra. Si accomoda la greppia, vi si pone il fieno e si introducono il bue e l’asinello. In quella scena si onora la semplicità, si esalta la povertà si loda l’umiltà. Greccio è divenuto come una nuova Betlemme.
Questa notte è chiara come pieno giorno e deliziosa per gli uomini e per gli animali! La gente accorre e si allieta di un gaudio mai assaporato prima, davanti al rinnovato mistero. La selva risuona di voci e le rupi eccheggiano di cori festosi. Cantano i frati le debite lodi al Signore, e la notte sembra tutta un sussulto di gioia.
Il santo di Dio è lì estatico di fronte alla mangiatoia, lo spirito vibrante pieno di devota compunzione e pervaso di gaudio ineffabile. Poi viene celebrato sulla mangiatoia il solenne rito della Messa e il sacerdote assapora una consolazione mai gustata prima.
Francesco si veste da levita, perché era diacono, e canta con voce sonora il santo Vangelo: quella voce forte e dolce, limpida e sonora è un invito per tutti a pensare alla suprema ricompensa. Poi parla al popolo e con parole dolcissime rievoca il neonato Re povero e la piccola città di Betlemme. Spesso, quando voleva pronunciare Cristo con il nome di “Gesù”, infervorato d’immenso amore, lo chiamava “il Bambino di Betlemme”, e quel nome “Betlemme” lo pronunciava come il belato di una pecora, riempiendosi la bocca di voce e ancor più di tenero affetto. E ogni volta che diceva “Bambino di Betlemme” o “Gesù”, passava la lingua sulle labbra, quasi a gustare e deglutire tutta la dolcezza di quella parola.
Vi si moltiplicano i doni dell’Onnipotente, e uno dei presenti, uomo virtuoso, ha una mirabile visione. Vide nella mangiatoia giacere un fanciullino privo di vita, e Francesco avvicinarglisi e destarlo da quella specie di sonno profondo. Né questa visione discordava dai fatti perché, a opera della sua grazia che agiva per mezzo del suo santo servo Francesco, il fanciullo Gesù fu risuscitato nei cuori di molti, che l’avevano dimenticato, e fu impresso profondamente nella loro memoria amorosa.
Terminata quella veglia solenne, ciascuno tornò a casa sua pieno di ineffabile gioia. Il fieno che era stato collocato nella mangiatoia fu conservato, “perché per mezzo di esso il Signore guarisse nella sua misericordia i giumenti” (salmo 35,8) e gli altri animali. E davvero è avvenuto che, nel territorio circostante, molti animali, colpiti da diverse malattie, mangiando di quel fieno furono da esse liberati. Anzi, anche alcune donne, durante le doglie di un parto lungo e doloroso, ponendosi addosso un poco di quel fieno, hanno felicemente partorito. Alla stessa maniera numerosi uomini e donne sono stati guariti da molti mali.
Oggi quel luogo è stato consacrato al Signore, e sopra la mangiatoia è stato costruito un altare ed è stata dedicata una chiesa in onore del beatissimo padre Francesco, affinché là dove un tempo gli animali mangiarono il fieno, ora gli uomini possano mangiare, per la salute dell’anima e del corpo, la carne dell’Agnello immacolato e incontaminato, Gesù Cristo nostro Signore, che con infinito e ineffabile amore ha donato sé stesso per noi; e ora con il Padre e lo Spirito Santo vive e regna eternamente glorificato nei secoli dei secoli. Amen”.
Tommaso da Celano
“Vita del beato Francesco” – Parte Prima, capitolo XXX
AVVISI DELLA SETTIMANA
DOMENICA 21 DICEMBRE:
della Incarnazione o della Divina Maternità
Al termine di ogni s. Messa verrà invocata la benedizione
alle famiglie e persone che non hanno ricevuto la visita del prete in casa
e sarà in distribuzione la BUSTA di NATALE 2025 “il nostro DONO comunitario”
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Lunedì 22 dicembre, ore 18.30: in Chiesa, s. Messa, invitate le persone
del CPP, le Catechiste, gli Educatori e i Collaboratori dell’Oratorio
per la PREGHIERA e lo scambio degli AUGURI
Martedì 23 dicembre, GIORNATA PENITENZIALE:
I sacerdoti saranno disponibili per il sacramento della Confessione
dalle 9.30 alle 12 e dalle 16 alle 19.30
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ORARI delle CELEBRAZIONI nel TEMPO di NATALE
NATALE del SIGNORE GESU’
MERCOLEDÌ 24 DICEMBRE
Ore 16.00: S. Messa di Natale per Bambini e Ragazzi, Genitori e Nonni
Ore 18.30: S. Messa della Vigilia
ore 23.30: Veglia e S. Messa nella Notte di Natale
GIOVEDÌ 25 DICEMBRE
S. Messe: ore 8.30 - 10.00 - 11.30 - 18.30
VENERDÌ 26 DICEMBRE: SANTO STEFANO
(è sospesa la Messa delle 8.30)
S. Messe ore 10.00 - 11.30 (in ricordo dei “nostri” don Stefano) - ore 18.30
DOMENICA 28 DICEMBRE – nell’OTTAVA del NATALE
S. Messe: ore 8.30 - 10.00 - 11.30 - 18.30
MERCOLEDI’ 31 DICEMBRE – ULTIMO GIORNO dell’ANNO
ore 18.30: S. Messa e Te Deum di ringraziamento
GIOVEDÌ 1 GENNAIO 2026: GIORNATA della PACE
(è sospesa la Messa delle 8.30)
S. Messe: ore 10.00 - 11.30 - 18.30
DOMENICA 4 GENNAIO – dopo l’OTTAVA del NATALE
S. Messe: ore 8.30 - 10.00 - 11.30 - 18.30
MARTEDI’ 6 GENNAIO: EPIFANIA del SIGNORE
S. Messe: ore 8.30 - 10.00 - 11.30 - 18.30
DOMENICA 11 GENNAIO: BATTESIMO del SIGNORE
S. Messe: ore 8.30 - 10.00 - 11.30 - 18.30
Ore 16, in Chiesa, Benedizione dei Bambini/e piccoli;
in particolare aspettiamo i Bambini/e battezzati nel 2025
Nei giorni feriali le Ss. Messe vengono celebrate alle ore 9.00 e alle ore 18.30
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