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IL Fopponino di PASQUA

  • Immagine del redattore: Fopponino Milano
    Fopponino Milano
  • 18 apr
  • Tempo di lettura: 3 min




La risurrezione di Gesù

dà nuova vita a tutte le creature


L' Annuncio di Pasqua

 

“Dio mostrerà il suo splendore ad ogni creatura sotto il Cielo”

(Baruc 5,3)

E Colui che sedeva sul trono disse:

“Ecco, io faccio nuove tutte le cose”.

(Apocalisse 21,5)


La Pasqua

tra il presente nella storia e il futuro in Dio 

 

“Alla fine ci incontreremo faccia a faccia con l’infinita bellezza di Dio (1 Cor 13,12) e potremo leggere con gioiosa ammirazione il mistero dell’universo, che parteciperà insieme a noi della pienezza senza fine. Sì, stiamo viaggiando verso il sabato della eternità, verso la nuova Gerusalemme, verso la casa comune del cielo. Gesù ci dice: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose(Apc 21,5). La vita eterna sarà una meraviglia condivisa, dove ogni creatura, luminosamente trasformata, occuperà il suo posto e avrà qualcosa da offrire ai poveri definitivamente liberati. Nell’attesa, ci uniamo per farci carico di questa casa che ci è stata affidata, sapendo che ciò che di buono vi è in essa verrà assunto nella festa del cielo. Insieme a tutte le creature, camminiamo su questa terra cercando Dio, perché “se il mondo ha un principio ed è stato creato, cerca chi lo ha creato, cerca chi gli ha dato inizio, colui che è il suo Creatore”. Camminiamo cantando!”.

(dall’Enciclica di Papa Francesco, LAUDATO SI’, n. 243 e 244)

 

I nostri Auguri

 Con mons. Carlo e don Matteo,

a tutti voi, cari parrocchiani di san Francesco al Fopponino,

auguro di accogliere la novità della Pasqua :

 “Cristo è Risorto: son fatte nuove tutte le creature”

Alleluja

don Serafino


 

“Ogni creatura dice:

Dio mi ha fatto per te!”

 

“Al frate che andava a tagliare la legna per il fuoco, Francesco raccomandava di non troncare interamente l’albero, ma di lasciarne una parte.

Diede quest’ordine anche a un fratello del luogo dove egli soggiornava.

Diceva al frate incaricato dell’orto, di non coltivare erbaggi commestibili in tutto il terreno, ma di lasciare uno spiazzo libero di produrre erbe verdeggianti che alla stagione propizia producessero i fratelli fiori.

Anzi diceva che il frate ortolano doveva fare un bel giardinetto da qualche parte dell’orto, dove seminare e trapiantare ogni sorta di erbe odorose e di piante che producono bei fiori, affinché nel tempo della fioritura invitino tutti quelli che le guardano a lodare Dio, poiché ogni creatura dice: Dio mi ha fatta per te…”

FONTI FRANCESCANE, 1623

 

Per san Francesco Uomo e Natura dovevano essere in connessione e una metafora che spesso utilizzava per descrivere questo rapporto era quello dell’orto.

Nell’idea del Santo di Assisi, infatti, nell’orto convivevano ortaggi che dovevano garantire il sostentamento dell’Uomo ed erbe medicinali per la sua cura, ma doveva anche essere riservata una parte incolta e selvaggia dove la Natura potesse fare il suo corso ed “esprimersi” solo e soltanto liberamente, senza costrizioni e colture.

Quella terra libera di essere “secondo natura” rappresentava perfettamente la fiducia che Francesco riponeva nella Provvidenza divina, quel prezioso e significativo atto di umiltà che riconosceva la potenza del creato al di là del volere e dell’agire umano.

Questa idea del mondo è quanto mai attuale e sembra quasi un monito per tutti noi su questa Terra. Tutelare la biodiversità, ridurre al minimo il nostro impatto sul pianeta che ci ospita e condividere con gli altri esseri viventi il Mondo in armonia è ciò che dobbiamo porre in cima ai nostri impegni per il futuro comune, ricordando che siamo solo custodi e non padroni.




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